#non li ho mai delusi
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I miei dolori non li ho mai delusi. A volte non è facile liberarsi dal dolore quando il dolore è l’unica via che hai conosciuto fino ad oggi. Ti rende quasi più sicuro perché conosci tutte le sue strade e sai come affrontarlo, sfidarlo, vincerlo e abbandonarlo per riprenderlo con te nel viaggio.
Massimo Bisotti
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E già qualcuno fra i parenti ha osato chiedermi del concorso. Ma come, non partecipi? Vedo già le mie zie insegnanti partir gagliarde con le solite domande cui non saprò cosa rispondere. La verità porterebbe a una bruta discussione, meglio tentar la via della cieca ignoranza o, peggio ancora, della menzogna compiacente. Ogni volta resto muto e interdetto, incapace di soffrirne a voce, perché ho un lavoro, cristo, un lavoro creatomi dal nulla, MI SONO DATO un lavoro e per loro non è abbastanza, perché non è un posto pubblico. Forse chi ha visto Quo vado? ma vive al nord non ha ben chiaro quanto quel film ritragga fedelmente la gretta mentalità della mia terra, ma è davvero così e non fa ridere per niente. Ricordo ancora benissimo i mesi precedenti l’apertura, il silenzio dei parenti, il vuoto intorno, le risatine di mia nonna: “Ma verrà qualcuno?” e l’insistenza di mia zia: “Hai mandato le Mad? Dovresti provare col sostegno, da lì è più facile entrare” (e di questa immonda realtà parleremo un’altra volta). Ci litigai, speravo d’aver chiarito una volta per tutte le mie intenzioni, ma puntualmente dopo qualche mese tornò a chiedermi: “Allora, hai mandato le Mad? Nessuna supplenza?” “Eh, no” mentii “purtroppo nulla”. Ci rinuncio, perché quella dei nostri genitori ormai è una generazione totalmente slegata dalla realtà, convinta di vivere ancora gli anni ‘90, dove tutto era possibile, dove entravi dove volevi con l’aiuto di zio Cosimino, dove il politichino di turno sistemava gli amici di amici, dove una laurea e un concorso significavano qualcosa. Oggi la mia dipendente, povera crista che quando non lavora passa le giornate a studiare, mi ha rivelato che per la sua classe di concorso i posti messi a bando per la Puglia saranno 3. Come dovrei non incazzarmi? Come si può restare calmi di fronte a tanto schifo? Capite perché ho mandato tutti al diavolo, aprendo la MIA scuola? Non possiamo star qui a invecchiare all’ombra di mamma e papà, in attesa che lo stato ci permetta di fare ciò che abbiamo sudato e studiato decenni per fare. In famiglia nessuno sa che ad aprile ho rinunciato all'orale. Non li ritengo stupidi, è probabile che qualcuno abbia capito (forse mia madre?), dall’Usr dell’Emilia Romagna si sono fatti vivi dopo un anno (un anno!) dal superamento dello scritto, questo sì, ma è poco plausibile che venga indetto un nuovo concorso senza aver posto fine al precedente. Almeno il dubbio deve averli sfiorati. Ma non ho il coraggio di dirglielo, lascerò che lo capiscano da sé, se vogliono, non sopporterei la cenere di quegli sguardi delusi, il ricordo di mio padre che dopo lo scritto esulta al telefono: “Volesse Iddio che ti sistemi”, la segretaria dell’Usr che alla rinuncia insiste incredula al telefono ed io che le rispondo: “Non posso, ho cambiato vita”. No, la verità li ammazzerebbe, non so manco perché poi. E la cosa che mi fa più ridere è che proprio loro, le mie care zie insegnanti, gente del mestiere, non capiscono che non potrei affiancarlo in nessun modo a ciò che già faccio, perché è già un lavoro a tempo pieno. Come potrei mai dedicarmi il pomeriggio al doposcuola e preparare al tempo stesso le lezioni del giorno dopo? Partecipare ai consigli, collegi vari, attività pomeridiane ed essere ubiquamente al mio locale? Gestisco un’attività, cazzo, non è mica il lavoretto dell’estate. Ma non lo capiranno mai tanto, meglio che m’abitui sin da ora a ripetere: “Oh, sì, eccome se ho sentito! Non vedo l’ora di tentar la sorte anch’io alla lotteria!”
#so che molte/i di voi lo tenteranno#non lasciatevi abbattere dai numeri contrari#se è quel che volete davvero nella vita credeteci#io non ci ho creduto#ma non faccio testo#ricordatevi solo che non dobbiamo sopportare per forza tutto questo#se non vi lasciano fare il vostro lavoro mandateli al diavolo e fatelo per conto vostro#spero che ciò che ho fatto serva almeno da esempio#che possa essere utile in qualcosa almeno
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Quando rimaniamo delusi da una relazione,sia che si tratti di un amico,di un collega o di un amore,di solito reagiamo dicendo “ Chi l’avrebbe mai detto! Come ho fatto a sbagliarmi così tanto su quella persona? Sembrava così diverso!”. In realtà se riflettiamo bene già all’inizio della conoscenza c’erano dei piccoli dettagli che erano già dei campanelli d’allarme. Una frase fuori luogo,un comportamento che non ci piaceva,una mancata risposta a un messaggio,una parola sbagliata…Ma si sa all’inizio di un rapporto si è presi dall’entusiasmo,dalla voglia di conoscersi e di fronte ai tanti lati positivi dell’altro preferiamo non soffermarci sui pochi difetti che gli troviamo. Li riteniamo cose di poco conto; invece hanno molta importanza,perché se gli avessimo dato più peso,avremmo capito prima che quella persona non era quella che credevamo fosse e ci saremmo risparmiati delusioni e dispiaceri dopo.
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Ciao. Mi dispiace per come ti senti e per quello cui andrai incontro. Spesso faccio lunghi periodi di giornate lavorative infinite, senza gratificazione. Lo stipendio è buono ma se sei svuotato di energie e non hai tempo libero, i soldi marciscono assieme a te. Ho dovuto ricorrere a farmaci e terapia per lungo tempo e adesso sto meglio, ora sono in grado di pensare: mal che vada mi licenzio e sopravviverò come tutti, senza vergognarmi per questo pensiero a causa del mio senso del dovere. Ma io sono in Italia, bene o male ho affetti vicini, si parla la mia lingua, se sto male mi metto in malattia (non l'ho mai fatto...) senza dover contare i giorni che mi restano nell'anno. Tu... ti leggo e mi chiedo spesso perché ti sia decisa a fare determinate scelte. Coraggiose se vogliamo, per prospettive future. Tuttavia mentre raggiungiamo il burnout la vita ci passa davanti e quello che immaginavamo potesse accadere, cambia. Restiamo delusi, con niente di concreto in mano. Onestamente al solo pensiero di essere lontana non dico dalla famiglia, ma dalla confortante madrepatria, alle condizioni quali quelle che descrivi... non so come tu faccia. Mi scuso se ti risulto inopportuna, ti scrivo perché mi sembra di riconoscerla la tua sofferenza. Una cosa sola mi ha insegnato la depressione, che quando ci sei dentro vedi davvero quanta povertà si cela dietro i castelli di fantasie più o meno autoindotte per trovare una strada nella vita. E pensi che ti sei ammalato "per niente". Tutt'ora fatico a concepirmi distaccata dal mio lavoro, anche se la società lo ritiene nobile e indispensabile mi ha rovinato anni importanti. Ma sono arrivata ad essere consapevole dei miei limiti, ho imparato a proteggermi un po'di più, a dire di no. Per adesso resisto ma sai, adesso non mi importa più di come reagirebbe la gente a sapere che ho lasciato per andare a raccogliere pomodori o pulire bagni, proprio io che sono così brava, istruita e specializzata. Non mi importa più cosa dice il mio senso del dovere. E mi sento meglio, anche solo perché mi permetto di pensare a delle vie di fuga.
Abbi cura di te.
Ciao.
Spesso è facile leggere senza dire niente quando non si conosce qualcuno, quindi ti ringrazio per il tuo messaggio, sebbene in anonimo (non perché sminuisce il pensiero, semplicemente a volte non ne comprendo a pieno il motivo del suo utilizzo - ma questo è un discorso a parte).
Mi dispiace molto per quello che ti è successo, anche se mi pare tu stia leggermente meglio e sono contenta per te per questo.
I motivi per cui sono tornata qui sono tanti e, forse, a dirli nemmeno li si comprenderebbe. Uno tra tutti: ho speso quasi 10 anni della mia vita (e denaro) per studiare la lingua e la cultura di questo paese e purtroppo questi 10 anni non li posso "vendere" a nessuno perché non sai quanta gente fa la stessa cosa. Una cosa che mi sono promessa a me stessa è che io questi 10 anni della mia vita non li voglio buttare, anche se giustamente c'è gente che si reinventa nonostante la sua laurea (non ho niente contro di loro, ma vorrei evitare di farlo io).
Hai ragione nel dire che spesso quelli che costruiamo sono solo castelli senza alcun senso e non ti nascondo che sono già un paio di anni che la mia testa è a metà tra il voler diventare chissà chi e il voler semplicemente vivere di un lavoro umile con uno stipendio minimo che mi permetta di mangiare, mandando a fanculo laurea e tutto il resto.
A volte sono sul punto di pentirmi della mia scelta ma quando la mia migliore amica, come te, mi dice: "Stai attenta alla tua salute mentale perché se le cose vanno male, puoi sempre tornare in Europa", sai cosa le rispondo? Che non è il momento adatto. Adesso è come se vivessi nell'occhio del ciclone: sebbene la cultura lavorativa giapponese faccia veramente pena, questa megalopoli vive di milioni di opportunità diverse e non penso ciò sia equiparabile a qualsiasi altra città in Europa.
Per cui non posso fare altro che sfruttare questa opportunità il meglio che posso. Non mi interessa dell'opinione di nessuno e vivere dall'altra parte del mondo, sebbene sia triste perché non hai nessuno su cui poter contare se non te stesso, hai la libertà di poter fare il cazzo che ti pare, pure lasciare tutto e andare a raccogliere i pomodori o andare a fare le pulizie.
Poi, anche se volessi tornare, dove vado? Non ho più contatti con nessuno della mia famiglia, né li voglio avere e sono al punto che quasi non saprei nemmeno dove andare a dormire se tornassi in Italia. Anzi, me ne sono andata anche per tagliare finalmente tutti i ponti possibili.
Detto questo, come hai detto anche tu, per adesso, resisterò. Quando la situazione mi sembrerà insostenibile, cambierò e cercherò altro; almeno avrò soldi a sufficienza per poter vivere senza lavorare per un po' (dato che non avrò tempo per spenderli).
La via di fuga cerco di vederla sempre (anche se è molto difficile farlo), perché, almeno per il momento, non mi voglio assolutamente arrendere a questo mondo bastardo e per me oltremodo incomprensibile.
Abbi cura di te anche tu.
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Non penso mai ai miei capelli bianchi finché non me li fanno notare. Sono le donne in transizione, la vivono come una scelta di campo, politica, brava…
In verità tutta questa presa bene mi pare eccessiva.
Coprire i capelli bianchi non è mai stata un’opzione per me. Non ho grandi meriti quindi.
Si sappia che sono bianca per caso, non per politica, non è una decrescita o ricrescita felice, è crescita e basta. E mi sento bene, vivo bene, nonostante gli sguardi o i commenti dei delusi.
Noooo ti invecchia ti dicono alcuni. Non è che mi invecchi…è che io sto invecchiando, quindi al massimo non tingermi mi fa assomigliare a me stessa. Ma poi vi siete abituati a tutta un’altra serie di difetti perché non dovreste abituarvi ai miei ricci bianchi?
Tra i detrattori i miei preferiti sono quelli che ti guardano come se ti fossi dimenticata di andare dal parrucchiere. A quel punto la demenza senile sarebbe più grave del mero problema estetico. O forse no? 😂
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Ti ho amato... Ti ho amato con l'ingenuità di chi ci crede anche se sa che spesso l'amore delude. Ti ho amato con la forza di chi sfida il destino, anche se esso spesso taglia via le cose migliori quando meno te lo aspetti. Ti ho amato in completezza, in ogni angolo di te, in ogni sfaccettatura di bianco e nero. Ti ho amato quando eri e quando non eri, quando stavi e quando andavi, quando ridevi e quando piangevi. Ti ho amato senza pretese e chi ama senza pretese, spesso se ne va a mani vuote. Ti ho amato di quell'amore che in pochi sono in grado di provare... ma... Ho smesso di amarti quando tutto è diventato sabbia, scivolandomi via dalle mani assieme ai ricordi di una vita intera, assieme ai volti, le risate e i luoghi che hanno tenuto in piedi un sentimento per molto, troppo tempo. Ho smesso di amarti quando il tuo bisogno di rinascere ha spento la mia rinascita, quando il tuo sorriso riaccendendosi ha spento il mio, quando il tuo egoismo ha calpestato la mia voglia di esserci. Ho smesso di amarti perché "smettere" è l'unico atto dovuto a chi non sa apprezzare, a chi usa e getta qualcosa che lui stesso ha volutamente scelto, cercato e creato... smettere è l'unica risposta giusta. Ricominciare da se stessi è l'unica strada per la felicità... la mia! Ti ho guardato... Ho guardato verso te milioni di volte, ogni volta che il cuore si angosciava e si preoccupava. Ho guardato le tue mani tremare, aspettando che arrivasse il momento di stringerle. Ho guardato i tuoi occhi lucidi e spaventati, delusi da una vita che non sentivi tua, aspettando quei brevi momenti dove guardandomi si accendevano e si illuminavano. Ho guardato i tuoi passi lenti dentro un'anima spenta, vuota e li ho accompagnati cercando di proteggerli da ulteriori tuoi errori. Ho smesso di guardare... Ho smesso di guardare solo te, per non dimenticarmi ancora una volta di me. Ho smesso di ascoltare ciò che vorrei ed ho iniziato ad ascoltare ciò che invece meriterei. Ho smesso di cercare le tue mani, quando ho capito che le mie ho sempre dovuto stringerle da sola. Non guarderò più a te, ma tu guarderai a me ancora credimi e ti giuro che il sorriso che vedrai sulle mie labbra sarà un sorriso che non hai mai visto prima... e non credo, che sarà per merito tuo.
(Silvia Nelli)
Jose Manuel Capuletti artist
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~ LETTERA A ME STESSA ~
Quante parole vorrei dirti. Parole che, se per un secondo ti guardo dal di fuori, mi escono a fiumi dalla bocca.
Quanto coraggio hai saputo costruire, anche quello che non avevi e quanta forza hai tirato su dagli abissi più profondi per non morirci dentro.
Sei stata sciocca e stupida in molte occasioni.
A volte alcune cose non le volevi proprio vedere.
Ti ho visto dire un’infinità di volte: “va tutto bene”, ma in realtà di “bene” ne avevi davvero poco in quel momento.
Sei andata avanti comunque; tra rovi, erbacce, sentieri aridi e tempeste; e non ti sei mai posta il problema di quando sarebbe finita la strada.
Hai dato attenzioni e le hai sprecate, hai dato amore e ne hai ricevuto.
Hai abbracciato amici veri, puliti e sinceri e hai sbagliato alcune strette di mano, qualche inizio e anche qualche fine.
Perché di sbagli ne hai fatti, di errori ne hai commessi, ma non ti è importato… te li sei caricati nel tuo bagaglio di esperienze e li hai messi al sicuro dietro il tuo senso di “responsabilità”.
A volte sei così strana, sfuggente quasi dannata e, in altri momenti, sembri fragile, pronta a crollare e a mollare tutto.
Non hai avuto sconti, perché la vita non regala niente e di possibilità ne da veramente poche.
Hai imparato a non sprecarle, a valutarle e a non dipingerle come qualcosa che “se non faccio oggi, pazienza… lo farò domani”.
Santo cielo!
Ragazza, non ne hai “azzeccata” mezza, ma anche qua non ti sei fermata e hai continuato a credere che ogni forma d’amore va goduta, sperata e protetta, ma mai rincorsa, tradita ed elemosinata.
Hai fatto molto chiasso e spesso hai saputo far parlare di te. A volte in positivo e altre in negativo.
Hai scombinato mondi fatti di certezze e hai ricostruito mondi interamente distrutti e rasi al suolo.
Hai davvero saputo proteggere le persone che amavi, ma non tutti hanno protetto te.
Hai arricchito il cuore e la vita di molti, ma alcuni cuori li hai delusi.
Hai tanti ricordi che non lascerai andare mai, altri li hai distrutti, ma ciò che si vede in te oggi, è la certezza che anche tu sarai nei ricordi di qualcuno.
Adesso rientrerò in te e ti amerò più di prima perché quel che sei, non è poi così male agli occhi del mondo e credo che, tutto sommato, io possa esser fiera di me stessa ♡
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"Vorrei scriverti che mi manchi e che ti
penso, ma non ti scrivo neanche ciao come stai?
Ora che facciamo finta sia passato
tutto, anche se sai che no, non passerà mai.
Quanto vorrei trovare la forza per cercarti,
non sai quante volte ti scrivo messaggi,
che poi non trovo mai il coraggio di inviarti,
se li cancello non è come cancellarti.
E in fondo sai,
che fa male far finta di niente,
dopottutto quello che c'è stato, dimenticare tutte le promesse,
i momenti più belli fra di noi;
e aspetto che ritorni,
ma tu sei forte e riesci,
a starmi lontano anche se in fondo
è solo l'opposto di ciò che vorresti.
Siamo passati dallo stare bene,
ad essere delusi,
noi perfetti insieme,
perfetti sconosciuti,
e sai che tutto questo non ci andava bene, ora siamo cresciuti,
noi perfetti insieme,
perfetti sconosciuti.
E ci ho provato a dimenticarti,
ma non è facile se io ti cerco in mezzo agli altri,
ora che non stiamo bene,
siamo pure distanti,
non lo ammetto, ma vorrei mancarti,
ora che viviamo un film da
protagonisti, abbiamo scelto noi il nostro copione,
E del far finta di non esserci mai visti
forse è bene che non sono un buon attore;
e lo sai che mi manchi,
che ti penso,
e per orgoglio quante cose che non ti ho detto,
e torno negli stessi posti dove andavamo
così magari se ti incontro ci ripresentiamo;
Ma in fondo so che tanto poi non torni,
perché sei forte e riesci, a starmi lontano anche
se in fondo è solo l'opposto di ciò che vorresti.
Siamo passati dallo stare bene, ad essere delusi,
noi perfetti insieme,
perfetti sconosciuti,
e sai, che tutto questo non ci andava bene, ora siamo cresciuti,
noi perfetti insieme,
perfetti sconosciuti.
Se ti chiedo di noi,
non ci conosciamo,
ma se ancora lo vuoi,
poi ci ripresentiamo.
Siamo passati dallo stare bene,
ad essere delusi,
noi perfetti insieme,
perfetti sconosciuti,
e sai, che tutto questo non ci andava bene,
ora siamo cresciuti,
noi perfetti insieme,
perfetti sconosciuti.
Perfetti sconosciuti
Se ti chiedo di noi,
Perfetti sconosciuti."
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𝐅𝐨𝐫𝐠𝐢𝐯𝐞 𝐦𝐞 𝐟𝐚𝐭𝐡𝐞𝐫, 𝐟𝐨𝐫 𝐈 𝐡𝐚𝐯𝐞 𝐬𝐢𝐧𝐧𝐞𝐝.
❛ WRITING CHALLENGE Marzo ❜
Day 5. — Scrivi un testo breve, non importa il genere, con questi tre elementi: una memoria inviolabile / una cicatrice sul corpo / rabbia crescente . — from sticky note. Ha delle lesioni sulle ginocchia, sui gomiti, le croste di evidenti strisciate contro un pavimento per nulla liscio; in altri contesti si sarebbe messa a ridere al pensiero di qualche caduta, magari una delle sue tipiche cadute, una di quelle che nemmeno si era pentita di aver fatto perché aveva scalato un muro o s'era arrampicata per dare da mangiare ad uno dei falchi che si appollaiavano nell'albero di fronte casa. In altri contesti certo; a vedere quelle invece sentiva un senso di rabbia crescente, mista tuttavia ad uno ben pressante di inadeguatezza. Continui flash la riportavano indietro le annebbiavano la vista, si rivedeva cadere come fosse di piombo, vuoto, poi di nuovo delle voci, vuoto, le mani sulla sua pelle, vuoto, il mugugno uscito dalle sue labbra in protesta, vuoto, la furia delle sue urla, l'immobilità del suo corpo. Lanciò di colpo il grosso album di disegno che teneva fra le mani. Da giorni non faceva altro che stare seduta sul davanzale della finestra a disegnare, a provarci. Il carboncino finì contro la porta sporcando quel colore della vernice tenue come fosse una macchia indelebile, una macchia che sarebbe rimasta a vita in quella distesa di colori freschi e pastellati. Fissò quelle ferite con sdegno, provandolo poi per sé stessa ripensando a quanto non era neppure riuscita a guardare in faccia i suoi familiari, da figlia indegna quale si sentiva. Li aveva delusi su più fronti. Loro, che si erano sempre mostrati presenti, lei era riuscita a farsi sdegnare. Non era riuscita nemmeno a chiedere scusa, non osava guardarli, non osava avvicinarsi a loro. Non avrebbe mai sopportato il loro sguardo deluso. Quale senso aveva la sua vita a quel punto, miserabile come s'era ridotta? Present days. Passò una mano sulla pancia super piena, Erianthe, fissando con un sopracciglio alzato il piatto ancora pieno del padre. La cucina americana era troppo grassa a detta sua, "troppo grasso che cola qui", diceva. Allungò il braccio come a dirgli di mangiare o l'avrebbe preso lei, ma suo padre afferrò quel braccio come fosse un cimelio prezioso, delicato come stesse toccando cristallo. Lasciò che le dita tracciassero quelle rette parallele sul braccio, segni di un passato turbolento, di una mente in difficoltà. « Quando tua madre ti trovò in quella vasca, quel giorno ho sentito anche io come una ferita che mi ha lasciato una cicatrice sul corpo o addirittura sul cuore stesso. L'idea di svegliarmi e non trovarti, Erianthe, ha segnato profondamente la mia vita sai? Come puoi vivere bene sapendo che tua figlia ha la convinzione di essere odiata da suo padre, che mai l'avrei guardata deluso dalle sue scelte? Mi sono sentito un fallito, fallito come uomo, come padre. Avrei dovuto ascoltarti anche se parlavi in silenzio. » Suo padre non era mai di grandi discorsi ma ogni tanto sbucava con certe frasi che l'ammazzavano come ben poche cose, nella maggior parte dei casi la faceva ridere come nessuno riusciva, ma c'erano attimi in cui sentiva ogni parte del suo essere spezzarsi. Chiuse gli occhi sentendo l'insormontabile crisi di pianto sbucare fuori, sedette sulle sue gambe affondando il viso contro il suo petto come faceva da bambina, in quella memoria inviolabile che aveva di lui. Come aveva potuto fargli passare attimi così angoscianti? Il resto aveva ben poca importanza, era solo la sua "piccola guerriera" inconsolabile come quando rientrava in casa dopo aver sbucciato un ginocchio o aver perso lo slittino preferito.
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Il cemento no e un fiore
In ginocchio, mani giunte, forze occulte, corpi esanimi Camminare sulle punte per non risvegliare gli animi Aldilà, donne defunte, cospirazioni, vere o presunte Nel cielo stelle con sei punte, sii sincero arriva al dunque
Fiori di ciliegio su capelli sporchi È un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti In una grande metropoli con un piccolo cuore Fiori di ciliegio su capelli sporchi Un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti Il cemento non ha odore, il cemento non è un fiore
La vita è bella ma basta poco per restarne delusi Non amo la realtà, ma non so stare ad occhi chiusi Sogni nel cassetto con il doppio fondo (cattiva aria) Nel pozzo senza fondo, non ti schianti, muori di vecchiaia Tu non sai chi hai davanti se i diamanti oppure l'oro Parlano dell'invidia degli altri e mai della loro Ho toccato il fondo ma non so dirti quanto è profondo Io ho le braccia troppo corte per toccar con mano il mondo Ma nonostante tutto credo ancora in qualcosa Ma sinceramente non so dirti ancora bene in cosa Una di queste sere resto sveglio La gente fa di tutto per stare bene, ma nulla per stare meglio Le vicessitudini gli attimi le notte e le inquietudini Ah, già poi c'è la storiella che i primi saranno gli ultimi In mezzo secondo lascio tutto senza remore Non puoi cambiare il mondo, ma puoi cambiare le regole
Fiori di ciliegio su capelli sporchi È un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti In una grande metropoli con un piccolo cuore Fiori di ciliegio su capelli sporchi Un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti Il cemento non ha odore, il cemento non è un fiore
Frate', i fiori di ciliegio non sanno di fresco Qui sa tutto di cemento, lo senti pure se annusi il mio testo E sul cemento non crescono i fiori Qui non vincono i buoni, conviene restarne fuori Sto seduto sul mio trono da emarginato, da condannato Ma se ci penso è la musica il mio reato Frate', l'oro luccica, il grano stuzzica Ma la vita non va a peso d'oro, una vita è la prima e l'ultima Non serve che scegli tra il bene e il male Frate', se a trecento all'ora, a fare i spenti, ci vede alla grande uguale E ti vengono tutti addosso, frà, e tu li vedi arrivare E se ti schianti, rimetti la prima e riinizi a guidare Io sto in piedi sul cemento che soffoca il mio paese Col ciliegio in testa, come un demone giapponese Ed è brutto volare via, come un fiore di ciliegio Ma restare per sempre come il cemento forse è peggio
Fiori di ciliegio su capelli sporchi È un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti In una grande metropoli con un piccolo cuore Fiori di ciliegio su capelli sporchi Un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti Il cemento non ha odore, il cemento non è un fiore
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I miei dolori non li ho mai delusi. A volte non è facile liberarsi dal dolore quando il dolore è l'unica via che hai conosciuto fino ad oggi. Ti rende quasi più sicuro perché conosci tutte le sue strade e sai come affrontarlo, sfidarlo, vincerlo e abbandonarlo per riprenderlo con te nel viaggio.
@lagunablu1
#la luna blu#massimo bisotti#il percorso inverso dei sogni#i miei dolori#miei dolori#dolori#dolore#non#li#ho#mai#delusi#deludere#facile#liberarsi#via#che hai#conosciuto#conoscere#fino ad oggi#fino#ad#pggi#oggi#rendere#sicuro#sicurezza#perchè#tutte#le
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Lettera a me stessa.....
Quante parole vorrei dirti... Parole che se per un secondo ti guardo dal di fuori mi escono a fiumi dalla bocca.... Quanto coraggio hai saputo costruire...anche quello che non avevi e quanta forza hai tirato su dagli abissi più profondi per non morirci dentro. ....Sei stata sciocca e stupida in molte occasioni..... A volte alcune cose non le volevi proprio vedere e ti rifugiavi dentro l'ennesima bugia..... Ti ho visto dire un'infinità di volte....va tutto bene.... ma in realtà di bene....ne avevi davvero poco in quel momento.....Hai avanzato comunque... tra rovi...erbacce...sentieri aridi e tempeste... e non ti sei mai posta il problema di quando sarebbe finita la strada....Hai dato attenzioni e le hai sprecate e hai dato amore e ne hai ricevuto....Hai abbracciato amici veri.... puliti e sinceri e hai sbagliato alcune strette di mano...Di sbagli ne hai fatti cara me ......Perché ne hai commessi....ma non ti è importato... te li sei caricati nel tuo bagaglio di esperienze e li hai messi al sicuro dietro il tuo senso di responsabilita...... A volte sei così strana ... sfuggente quasi dannata e in altri momenti sembri fragile...pronta a crollare e a mollare tutto... Non hai avuto sconti.... ma il non averli ti ha insegnato a non concederli...perché la vita non regala niente e di possibilità ne da veramente poche.....Hai imparato a non sprecarle...a valutarle e a non dipingerle come qualcosa che... se non faccio oggi... pazienza... lo farò domani.... L'amore poi...hai continuato a credere che ogni forma d'amore va goduta.... Hai fatto molto chiasso e spesso hai saputo far parlare di te.... A volte in positivo e altre in negativo..... Hai scombinato mondi fatti di certezze e hai ricostruito mondi interamente distrutti e rasi al suolo..... Hai davvero saputo proteggere le persone che amavi... ma non tutti hanno protetto te..... Hai arricchito il cuore e la vita di molti....ma alcuni cuori li hai delusi e alcune vite lacerate....Hai tanti ricordi che non lascerai andare mai....altri li hai distrutti... ma ciò che si vede in te oggi è la certezza che anche tu sarai nei ricordi di qualcuno.... Adesso rientrerò in te e ti amerò più di prima perché quello che sei non è poi così male agli occhi del mondo e credo che tutto sommato io possa essere fiera di me stessa....
M.G.
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Ecco brava, è per questo che io la critica a Chiara e Ermal per la loro differenza d'età di nove anni non l'ho mai condivisa. Scusa se li tiro in ballo ma non posso fare a meno di pensare al loro caso, visto l'argomento. Ho letto commenti di fan internazionali che si dichiaravano delusi da Ermal per essersi messo con 'una ragazzina'. Sicuramente quelle erano persone che come al solito parlano senza sapere, avranno pensato che chiara fosse molto più piccola dei suoi 31 anni.
Non scherzo quando dico che coi miei occhi ho visto una fan internazionale che ha commentato una volta in un reblog sotto una foto di C ed E una cosa che tradotta era tipo "no dai che tristezza non si salva neppure Ermal, l'ennesimo vip pervertito a cui piacciono le più piccole" 🙊 Poi vabè do una rapida occhiata al suo blog ed è la tipica tumblrina radicale che gioca a fare l'eroina purista e criticona davanti a uno schermo quindi non darei peso alle sue opinioni a prescindere 😂
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Non penso che le due ask fossero da parte della stessa persona, ma visto che l'argomento è lo stesso le ho unite.
Facciamo una premessa: nessuno può andare a giudicare nessun aspetto della relazione di altre persone.
Cioè, io posso dire che ad esempio Ermal e Chiara - visto che stiamo parlando di loro - non mi piacciono come coppia, posso esprimere un personale disappunto per determinate cose che loro fanno come coppia, ma andare a giudicare la loro relazione è assurdo perché gli unici che possono farlo sono le persone coinvolte in questa relazione. Quindi che le persone che giudicano la relazione di Ermal e Chiara in base a quanti anni hanno di differenza mi lasciano perplessa.
Ma non è che mi lasciano perplessa perché io ritengo che la differenza di età non sia un ostacolo all'interno di una relazione sentimentale. Mi lasciano perplessa perché non capisco su quale base si permettono di giudicare una relazione di cui non conosco nulla, se non ciò che i diretti interessati scelgono di far vedere.
A parte questo, come già detto tante volte io penso che la differenza di età - soprattutto in determinate fasce come può essere la fascia di età in cui si trovano Ermal e Chiara - non sia un problema. Capisco che molte persone invece la pensano diversamente e non c'è nulla di sbagliato in questo, perché il sentirsi a disagio o a proprio agio con una persona che ha molti anni di differenza è una cosa del tutto personale. Ma appunto perché è personale non si dovrebbe andare a giudicare Ermal perché ha deciso di stare con una ragazza più giovane di lui o Chiara perché invece ha deciso di stare con un uomo più grande di lei.
Se loro due stanno bene ed evidentemente per loro l'età non è un problema, per quale motivo dovrebbe essere un problema per gli altri?
Fermo restando che poi tra Chiara e Ermal non c'è tutta questa grandissima differenza, ma mettiamo anche caso che ci fossero più anni di differenza resta il fatto che sono affari loro.
Poi riguardo al fatto che Ermal venga definito un pervertito perché gli piace una ragazza più piccola di lui non mi esprimo nemmeno. A parte che non mi risulta che le ex di Ermal fossero più piccole, quindi evidentemente non è uno che si fissa con le donne più piccole di lui in generale, il fatto che Chiara sia più piccola di lui è una casualità. Ma poi se anche fosse che un uomo adulto si trova meglio con persone più giovani perché magari è un eterno Peter Pan e quindi si trova meglio con persone più piccole, non vedo dove stia il problema. Sono entrambi maggiorenni quindi che facciano un po' quello che vogliono.
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Campioni d'Europa🇮🇹
Premessa: so che nessuno leggerà queste parole ma non è per questo che le scrivo. Voglio fissare da qualche parte queste emozioni per tornare a rileggerle ogni volta che vorrò.
È il 12 luglio 2021 e sono le 15:56
Ho appena terminato di rivedere le battute finali della partita di ieri sera. La FINALE DEGLI EUROPEI DI CALCIO.
A mente fredda (ma manco tanto) voglio spendere due parole su questa vittoria: innanzitutto bisogna ringraziare sinceramente il Mancio, Luca Vialli, DDR e tutto lo staff perché senza di loro, senza quell'ambiente, quell'armonia, quell'amore fraterno, famigliare, non ci sarebbe stata una base solida su cui costruire un GRUPPO anzi una vera e propria FAMIGLIA e questo ha influito parecchio in questo cammino. Non bisogna mai sottovalutare l'importanza di una coesione forte e del senso di appartenenza alla maglia, alla squadra, al gruppo, perché è ciò che può (e fa!!) la differenza.
Altro ringraziamento, ovviamente doveroso, va ai ragazzi. Ragazzi che davvero ci tengono, ragazzi pronti al sacrificio, ragazzi seri, ragazzi con entusiasmo, voglia, grinta, speranza, ragazzi che non si arrendono, duri da battere, duri a morire, che hanno dato tutto e anche più per la maglia in questo mese.
Quando abbiamo vinto con la Spagna dopo una partita soffertissima fino ai rigori, mi ero quasi messa l'anima in pace, sono sincera. Ho pensato "bene, ora in finale facciano quello che vogliono, non potrei essere più orgogliosa di loro dopo questo cammino". Ma dannazione. DANNAZIONE. Sono riusciti non a rendermi orgogliosa, a farmi proprio VOLARE. VO-LA-RE.
Voglio essere chiara: era da un pezzo ormai che non provavo così tanta felicità, era da un pezzo che non piangevo di gioia così tanto, era da un pezzo che volevo essere felice e loro mi hanno fatto un regalo enorme, non lo sanno. Mi sono sentita più viva in questo mese che in 20 anni.
Questa vittoria è importantissima. In realtà anche arrivare ai quarti già la consideravo una vittoria, ma essere riusciti a portarla a casa è ancora più bello. È bello per tante ragioni, ma soprattutto per il momento di estrema difficoltà che abbiamo passato lo scorso anno e che ancora stiamo affrontando a causa della pandemia. Questo Europeo, questa vittoria, ha riportato positività, spensieratezza, voglia di tornare come prima e di rialzarsi. È il tornare in piazza a fare casino, ad abbracciarsi a volersi bene e stringersi e gioire insieme dopo più di un anno di sacrificio. E poi è importante, fondamentale, per il movimento calcistico italiano. La mancata qualificazione ai Mondiali russi del 2018 ci aveva letteralmente ammazzati. Feriti nell'orgoglio, spazzati via, delusi, amareggiati, la peggiore sconfitta degli ultimi non so quanti anni.
Mancini (e ora facciamo i nomi) è stato in grado di risollevare il movimento. Gli ha dato una nuova vita, nuova linfa, nuova energia. È stato il miglior "muratore" che potessimo incontrare. Ha rimesso a posto le macerie di quell'Italia-Svezia del 13/11/2017. Da lì è partita la ricostruzione. Con dedizione, con passione, con determinazione e circondato da persone che per lui sono come una famiglia, ha cominciato una graduale ed efficace operazione di rinascita. Pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone, con materiali nuovi e materiali che ce l'avevano sempre fatta e potevano farlo ancora.
Quel tragico 13 novembre 2017 è stato vendicato.
Grazie all'instancabile e straordinario lavoro del Mancio.
E per la serie di "ora facciamo i nomi", mi scuso in anticipo per il fatto che, quando si parla della Nazionale, non si dovrebbero fare preferenze o altro. Non farò preferenze. Ma voglio dire grazie ad alcuni ragazzi che mi hanno veramente fatta sognare.
-Leonardo Spinazzola: esce contro il Belgio ai quarti di finale. Siamo tutti in lacrime quando lo vediamo uscire dal campo in barella devastato e consapevole che per lui il torneo finiva lì e che sarebbe stato un lungo recupero. Leonardo, anzi, "Spina", è stato incredibile. Ammiro tanti calciatori ma pochi mi entrano così nel cuore. Quella fascia apparteneva a lui, che per 90 ma anche 120 minuti non faceva altro che andare avanti e indietro in continuazione, recuperando palloni, creando azioni, senza mai mollare e soprattutto senza fermarsi un attimo e sempre con la stessa intensità. Instancabile, pronto, pericoloso, necessario. Si è sentita la sua mancanza nelle due partite successive, lo sappiamo tutti e lo sa anche lui. Ha dato un contributo davvero troppo importante e se siamo riusciti ad arrivare in fondo, molto del merito in campo è suo. No cap🚫🧢.
-Federico Chiesa: che dire, le mie esperienze al Fantacalcio parlano da sè. Amo questo giocatore fin dal primo momento in cui l'ho visto entrare in campo. E no, non agli Europei. Alla Fiorentina. Mi è piaciuto subito, la grinta e la volontà (oltre che la qualità!!) che lo contraddistinguono, me l'hanno fatto apprezzare fin dai primi passi. Federico ha disputato un Europeo superlativo ed è entrato nel cuore di tutti (soprattutto delle ragazze.. i motivi sono chiari!). Un ragazzo d'oro, figlio d'arte con grandi qualità e tanta tanta voglia. È uscito anche lui ieri sera infortunato (niente a che vedere con Spina però fortunatamente) ed è dispiaciuto a tutti. Giocatore che può e ha fatto la differenza, un vero e proprio asso nella manica. Grazie Fede! Non ho fede nella Chiesa ma ho fede in Fede Chiesa.
-Gigio Donnarumma: non dico che l'ho visto esordire ma l'ho visto esordire. Ricordo quando Miha l'ha buttato nella mischia a soli 16 anni. Mai gesto fu più azzeccato. Gigio è giovanissimo ma con un talento veramente incredibile, un fuoriclasse nel suo ruolo. Ieri sera para due rigori e ne indirizza uno sul palo col pensiero. Anche lui, così come Chiesa e Barella, li conosco da tempo e mi sento come una madre orgogliosa dei suoi figli. Sebbene io continui a tirargli le orecchie per i battibecchi con il Milan, la sua casa, non posso fare a meno di essere fiera di lui. Me lo ricordo quando era un ragazzino alle prime partite con il Milan. Il tempo sembra volato e lui ieri sera, a soli 22 anni, ha alzato una coppa prestigiosa e bellissima, giocando un Europeo veramente coi fiocchi. Senza di lui ieri sera non avremmo vinto. Para il rigore a Saka e noi siamo Campioni d'Europa per la seconda volta nella storia. Immenso Gigione, sai che in fondo ti voglio bene.
-Jorginho: dal Napoli di Sarri al Chelsea. Vince la Champions League e alza la coppa dell'Europeo nello stesso anno. Un delitto non dargli il pallone d'oro, spero vivamente che la mia profezia (no la profezia l'ho fatta dopo il Belgio, mica ieri sera! Troppo facile) si avveri. Si merita anche quel trofeo dopo una stagione piena di soddisfazioni. In campo recupera palloni su palloni e sbaglia pochissimo, veramente niente. Europeo, anche per lui, da incorniciare, giocatore fondamentale a centrocampo. Il professore ♡.
-Bonucci&Chiellini: sisi, la Juve non la sopporto e nemmeno loro in campionato perché sono troppo difficili da aggirare. Ma che Europeo ragazzi. Un'altra volta. Vorrei che potessero giocare a calcio per sempre perché non passa manco l'aria se ci sono loro a difendere. Il prossimo anno ci sono i Mondiali e non ho intenzione di crearmi aspettative perché se gli Europei sono complicati, i Mondiali sono assurdi. Ma comunque sia, spero vivamente che Chiello abbia voglia di disputare un ultimo Mondiale prima di ritirarsi, abbiamo bisogno di Giorgione nazionale!
Menzioni speciali: O TIR A GIR di Lorenzo il Magnifico che trasferisce per una sera il suo potere incredibile a Fede Chiesa. Noi godiamo. Grazie.
Non so se ho detto tutto, bo, però le cose che avevo nel cuore, più che nella testa, le ho scritte e qui rimangono.
Siamo CAMPIONI D'EUROPA, CAMPIONI D'EUROPA, CAMPIONI D'EUROPA!!!!!!!
GRAZIE RAGAZZI, AMO QUESTO SPORT
🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹
IT'S COMING (TO) ROME 💚🤍❤
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Vorrei scriverti che mi manchi e che ti penso
Ma non ti scrivo neanche "ciao come stai?"
Ora che facciamo finta sia passato tutto
Anche se sai che non passerà mai
Quanto vorrei trovare la forza per cercarti
Non sai quante volte ti scrivo messaggi
Che poi non trovo mai il coraggio di inviarti
Se li cancello non è come cancellarti
E in fondo sai
Che fa male far finta di niente
Dopo tutto quello che c'è stato, dimenticare tutte le promesse
I momenti più belli fra di noi
E aspetto che ritorni
Ma tu sei forte e riesci
A starmi lontano anche se in fondo
È solo l'opposto di ciò che vorresti
Siamo passati dallo stare bene
Ad essere delusi
Noi perfetti insieme
Perfetti sconosciuti
E sai che tutto questo non ci andava bene
Ora siamo cresciuti
Noi perfetti insieme
Perfetti sconosciuti
E ci ho provato a dimenticarti
Ma non è facile se io ti cerco in mezzo agli altri
Ora che non stiamo bene
Siamo pure distanti
Non lo ammetto, ma vorrei mancarti
Ora che viviamo un film da protagonisti
Abbiamo scelto noi il nostro copione
E del far finta di non esserci mai visti
Forse è bene che non sono un buon attore
E lo sai che mi manchi
Che ti penso
E per orgoglio quante cose che non ti ho detto
E torno negli stessi posti dove andavamo
Così magari se ti incontro ci ripresentiamo
Ma in fondo so che tanto poi non torni
Perché sei forte e riesci
a starmi lontano anche se in fondo è solo
l'opposto di ciò che vorresti
Siamo passati dallo stare bene, ad essere delusi
Noi perfetti insieme
Perfetti sconosciuti e sai
Che tutto questo non ci andava bene
Ora siamo cresciuti
Noi perfetti insieme
Perfetti sconosciuti
Se ti chiedo di noi
Non ci conosciamo
Ma se ancora lo vuoi
Poi ci ripresentiamo
Siamo passati dallo stare bene
Ad essere delusi
Noi perfetti insieme
Perfetti sconosciuti e sai
Che tutto questo non ci andava bene
Ora siamo cresciuti
Noi perfetti insieme
Perfetti sconosciuti
(Perfetti sconosciuti
Se ti chiedo di noi
Perfetti sconosciuti)
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Se avrete la pazienza di seguire il mio breve racconto, alla fine capirete cosa ci faccia una spiga di grano sul cruscotto della mia macchina. E sono sicuro che non rimarrete delusi.
Doveva essere il 1991 o il 1992, quando nell’appartamento da universitario arrivò un nuovo coinquilino, un ragazzo siciliano più grande di noi, le cui caratteristiche fisiche e il cui background meriterebbero un post a parte.
Questo ragazzo, Riccardo, tra le altre cose era un Sandan di Aikido, quindi un istruttore di grado elevato in questa arte marziale, e per un pischello come me questo rappresentava la massima aspirazione di discepolanza alla Sensei Miyagi di Karate Kid. Ciò divenne evidente fin da subito quando, dopo aver visto la mia katana appesa sopra al letto, mi chiese -- La sai usare? Alla mia risposta affermativa (come poteva essere altrimenti dopo tutti i film di kung fu, samurai e ninja che avevo visto!) mi chiese di metterla alla cintura e di estrarla. Evidentemente il modo in cui lo feci non gli piacque perché mi disse -- Molto bene. Adesso procurati una candela e passa tutta la sera ad allenarti a estrarre la katana dalla saya e, con un solo movimento, a spegnere la fiamma tagliandola.
Non sarei potuto essere un Kon-igi più felice come in quel mistico momento.
Naturalmente, parecchie candele tagliate dopo e con un braccio mezzo paralizzato, a mezzanotte lo chiamai per fargli vedere che riuscivo a ‘tagliare la fiamma’ senza toccare la candela o lo stoppino.
Bene -- disse lui -- Ora impara a ‘carezzare le guance’. Devi colpire la fiamma sul lato sinistro e poi velocemente sul lato destro senza farla spegnere.
Ero al settimo cielo del Bushido Ninja Kujikiri Kobudera del Dragone Nascente.
Comincio ad allenarmi -- quasi non sento che mi augura la buonanotte -- e qualche ora dopo finalmente acquisisco la padronanza nel bilanciare lo spostamento d’aria del fendente sinistro con quello destro, lasciando la fiamma in una sorta di equilbrio vorticante.
Lui si affaccia sbadigliante dalla sua camera (era oramai mattino) e fa -- Molto bene. Ti fa male il braccio?
In effetti riuscivo a malapena a piegare le dita e sebbene volessi negarlo, doveva aver letto qualcosa nella mia espressione spastica.
Ottimo. Quel dolore ti ha appena insegnato la prima prima regola dello iaido, l’arte di estrarre la spada -- mi dice con fare solenne.
Cosa? -- chiedo io, tutto eccitato -- La mossa del vortice della lama di fuoco?! La rovente morte silente?!
No... che è meglio vincere senza estrarre la spada. Si chiama katsushinken -- la spada che dà la vita -- e ti conviene ricordarlo tutte le volte che avrai davanti una persona che credi esserti avversaria. Che tu o lei stiate portando una katana o meno.
Rimasi li, senza parole, fulminato da una delle metafore più potenti che io abbia mai ascoltato e compreso.
(questo, per inciso, qualche mese dopo servì a salvare la mia futura esistenza di persona felice fuori dalla galera, in un brutto episodio che coinvolse un fascista (sic!) in fuoristrada schiantato contro un muro e io in piedi sul suo cofano -- con la mia katana rigorosamente nel fodero -- appena saltatoci sopra per evitare di essere appiattito tra pietra e paraurti... ma questa ve lo racconto in un post a parte perché sto divagando).
Che cos’è quella spiga di grano?
L’ho raccolta ai primi di giugno, ancora verde, sul bordo sassoso di una stradina sterrata nelle campagne bolognesi (un seme solitario forse caduto da una seminatrice), dove avevo parcheggiato per aspettare che Figlia N.1 finisse il test d’ingresso a un corso di formazione per disegnatrice meccanica.
Oggi è stata assunta nell’azienda dove aveva fatto lo stage.
Io credo che il mondo sia metafora di se stesso ma lasciatemi guardare a quella spiga matura come a un qualcosa che già allora intuivo, speravo e sentivo che si sarebbe potuto realizzare.
Come mio solito, vi lascio con l’augurio di saper vedere e cogliere le spighe di grano sulle vostre strade sassose... e voglio detendere l’aulica tensione emotiva dicendovi che quando mia figlia ha esclamato tutta contenta -- E HO PURE UN BUONO PASTO DA 5,67 EURO! -- io gli ho risposto
Ok boomer
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